Il piano di riordino della sanità umbra, proposto dalla Giunta regionale, è in discussione in Consiglio regionale. Dopo le relazione di maggioranza e opposizione, ci sono stati una serie di interventi dei consiglieri regionali.
Luca Barberini ha evidenziato il fatto che “la soluzione migliore per una regione piccola come l’Umbria è una sola azienda ospedaliera e una sola azienda sanitaria”.
Di seguito si riporta una sintesi dell’intervento.
“Il fatto che la riforma sia in Aula dopo 45 giorni è un bel segnale, anche se si tratta di un atto che avrebbe meritato qualche riflessione in più: avevo detto aspettiamo il decreto Balduzzi, adesso lo dicono anche altri.
Condivido la relazione di Renato Locchi, che con me è una sorta di papà che cerca di indirizzare il figliolo discolo, ma quest’ultimo ha ragione da vendere se porta avanti le idee di papà. Certamente occorreva fare di più per risolvere il problema delle liste di attesa ed inoltre, essendo regione piccola, dobbiamo essere più celeri, più efficaci e più innovativi di altri.
La crisi mina fortemente la coesione sociale e il diritto alla cura e alle prestazioni sanitarie, tema su cui si sta giocando anche la partita delle elezioni presidenziali americane. L’Umbria risponde, giustamente, con diverse modalità di finanziamento e di controllo della spesa sanitaria, con una maggiore attenzione agli strumenti partecipativi e agli interessi collettivi di cui sono portatrici le associazioni. C’è una risposta anche sul trasporto sanitario. Il principio della sussidiarietà deve essere perseguito sempre più, come diciamo da tempo. Bene anche il superamento dell’utilizzo di personale in pensione: non è più eticamente condivisibile l’assommarsi di pensione e indennità.
Le critiche: noi non abbiamo il mal di pancia, non ci sono beghe di partito, ma portatori di idee diverse, e non per opportunismo o brama di poltrone. I colleghi dell’opposizione ci concedano almeno l’onore delle armi e i colleghi della maggioranza ci lascino esercitare il nostro ruolo di consiglieri.
Ecco le nostre ragioni: la formula 2 Asl + 2 Aziende non risponde alle esigenze di una regione piccola come la nostra. Ci si basa su un modello che non esiste più, quello delle province, che rappresentano un’esperienza chiusa e vanno eliminate tutte. Non credo che sia questo il modo di ‘mettere insieme aree omogenee’ anzi, mi sembrano legami innaturali. Infine la situazione in cui ci si viene a trovare, di un’azienda ospedaliera ogni 450mila abitanti non ha riscontri altrove: è frutto di troppo tatticismo.
La soluzione migliore per l’Umbria è quella di avere una sola Azienda ospedaliera a Perugia con due plessi, quelli di Perugia e Terni, ed una sola Azienda sanitaria, a Terni, con 4 aree territoriali. Questa sarebbe una riforma coraggiosa, una risposta efficiente ai cittadini che abbiamo spremuto, tassato su redditi e prime case, e che si aspettano dai politici che sappiano mettersi in gioco”.