“L’esercizio finanziario 2010 rappresenta
una attività amministrativo-contabile di grande attenzione ed equilibrio che
contraddistingue la finanza pubblica regionale”. Lo hanno sottolineato
all’unisono il relatore di maggioranza, Luca Barberini (PD) e l’assessore al
Bilancio Gianluca Rossi nel presentare all’Aula il ‘Rendiconto generale
dell’amministrazione della Regione Umbria per l’esercizio finanziario 2010′.
L’atto è stato approvato con 18 voti favorevoli della maggioranza,
l’opposizione (Relatore di minoranza Massimo Monni – PdL) ha espresso voto
contrario (astensione sull’articolo concernente la parte di bilancio relativa
al Consiglio regionale) puntando il dito anche sul ritardo con il quale il
documento è giunto all’approvazione dell’Assemblea.
Nella sua relazione di maggioranza, Barberini (sintesi nella scheda) ha
osservato che “stiamo attraversando un momento difficile nel quale,
soprattutto alle istituzioni, è richiesto di concorrere al risanamento del
Paese. L’Umbria, come si intuisce dai dati contenuti in questo atto, si
presenta, grazie ad una costante attenzione nell’attività
amministrativo-contabile, con i conti in ordine e rispettando i vincoli,
sempre più stringenti, della finanza pubblica. La situazione finanziaria e
patrimoniale della Regione, pur in presenza di quadro congiunturale non
positivo per l’economia italiana ed europea, può guardare al futuro con la
consapevolezza di avere i conti in ordine ed in grado di saper cogliere le
sfide dei prossimi anni”.
SCHEDA DELLA LEGGE (Testo della relazione di maggioranza):
Le previsioni definitive delle entrate di competenza ammontano a 6miliardi
283milioni 243mila euro. Se si escludono le partite di giro (2miliardi
786milioni 723mila euro) e l’avanzo finanziario pari ad 890milioni 483mila
euro, derivante da economie correlate ad assegnazioni con vincolo di
destinazione non utilizzate entro il 2009 e reiscritte nella competenza 2010,
le entrate che hanno formato l’oggetto della gestione di competenza sono
state pari a 2miliardi 606milioni 37mila euro.
Le entrate di competenza accertate alla chiusura dell’esercizio 2010
ammontano a complessivi 2miliardi 662milioni 957mila euro, di cui 2miliardi
92milioni 239mila euro riscossi e, conseguentemente la somma di 570milioni
718mila euro è stata conservata come residui attivi.
Se si escludono le contabilità speciali e le previsioni a carattere
compensativo (anticipazione di cassa, ecc.), che ai fini delle fasi
conclusive dell’entrata e della spesa si svolgono nella più completa
indipendenza, nonché la mancata contrazione dei mutui per la copertura dei
disavanzi finanziari, le previsioni assestate dalla parte entrata del
bilancio di competenza, al netto dell’avanzo vincolato, presentano un grado
di realizzazione, pari al 94per cento.
Un dato che assume un rilievo ancor più significativo con riferimento ai
soli cespiti di entrata del titolo primo nel quale confluiscono le fonti di
finanziamento di natura tributaria; si registra, infatti, un valore
dell’indice che si attesta quasi al 100 per cento del previsionale.
Considerevoli le risultanze delle azioni intraprese per il recupero
dell’evasione fiscale, prevalentemente la tassa automobilistica per un
livello dei recuperi che si attesta sui 14 milioni di euro, grazie
all’effetto positivo derivante dall’invio degli avvisi bonari per
l’annualità 2008 ed il recupero coattivo tramite il concessionario della
riscossione.
In termini di composizione il gettito riveniente dalle entrate di natura
tributaria presenta la seguente articolazione: l’IRAP costituisce il 24 per
cento di tale aggregato mentre la tassa automobilistica e la tassa
addizionale all’IRPEF si posizionano interno al 7 per cento. Viene
evidenziato il ruolo preponderante, nel mix di fonti di finanziamento di
natura tributaria, della compartecipazione IVA la cui quota di composizione
si attesta ad oltre il 58per cento.
Le spese di competenza, impegnate alla chiusura dell’esercizio 2010,
ammontano a complessivi 2miliardi 821milioni 135mila euro, di cui 2miliardi
158mila 568mila euro pagati e 662milioni 567 mila euro rimasti da pagare a
fronte di una previsione definitiva di 6miliardi 76milioni 694 mila euro,
al netto dell’importo del saldo finanziario negativo determinato dalla
mancata stipulazione di mutui già autorizzati nell’esercizio precedente.
Di conseguenza le economie di stanziamento risultano paria a 3miliardi
255milioni 559mila euro.
I residui attivi definitivi complessivi accertati nel corso del 2010 sono
pari a 1miliardo 663milioni 36mila euro. La consistenza dei residui passivi
nel 2010 diminuisce rispetto al 2009 di circa 830milioni 455 mila euro; tale
riduzione è dovuta in larga misura alla contrazione dei residui afferente le
anticipazione per il fabbisogno sanitario pari ad euro 829milioni 96mila
euro.
Il Patrimonio della Regione al 31 dicembre 2010 risulta costituito da
immobilizzazioni per un valore di 584milioni 374mila 920 euro
Le entrate presentano un elevato grado di realizzo pari al 94 per cento e per
quelle di natura tributaria si arriva al 100per cento; elevato grado di
attendibilità delle previsioni, con indici di variazione molto contenuto (2
per cento per le entrate e 1 per cento per le uscite);
I residui attivi , pari 1,7 miliardi di euro (31-12-2010), presentano un
basso grado di vetustà (solo il 6 per cento deriva da accertamenti ante anno
2006) e sono ridotti di circa 800 milioni di euro rispetto al precedente
esercizio; i residui passivi presentano un indice di smaltimento del 46 per
cento; nel corso dell’anno 2010, come da diversi anni, la Regione non ha
mai ricorso ad anticipazioni di cassa; il saldo finanziario netto è negativo
per 263 milioni di euro, in quanto non sono stati stipulati mutui per 207
milioni di euro relativi al periodo 2006/2009 ed 56 milioni di euro per
l’annualità 2010; anche per l’anno 2010, come in precedenza, la Regione
ha rispettato completamente i vincoli del patto di stabilità.
Lo stock di debito ammonta ad 360 milioni di euro, con un costo estremamente
contenuto pari al 2 per cento delle entrate correnti, con un livello costante
negli anni e con un rapporto debito/entrate correnti che è passato del 23
per cento del 2000 al 17 per cento del 2010.