I consiglieri regionali Barberini, Locchi, Buconi, Dottorini, Stufara, Chiacchieroni, Mariotti e Smacchi hanno presentato una mozione per sollecitare la Giunta regionale “ad intensificare la propria azione nelle vertenze aperte nelle zone di confine della fascia appenninica tra Umbria e Marche, al fine di portare all’attenzione del nuovo Governo le esigenze di un intero territorio fortemente colpito da una pesante emergenza economica e sociale”.
Nell’atto presentato gli otto consiglieri regionali di maggioranza hanno espresso “la necessità di aprire, insieme alla regione Marche, una vertenza territoriale che riguardi la fascia appenninica a confine fra Umbria e Marche, dove su un totale di 100.000 abitanti si stimano 25.000 persone disoccupate o in cerca di prima occupazione o in regime di ammortizzatori sociali, al fine di indirizzare sul territorio ingenti risorse dei fondi strutturali e rimodulare l’accordo di programma della ex Merloni che nei fatti si è rivelato uno strumento farraginoso e non adatto ad attrarre investimenti”.
Barberini, Locchi, Buconi, Dottorini, Stufara, Chiacchieroni, Mariotti e Smacchi hanno anche chiesto che “la Giunta Regionale metta in atto ogni utile iniziativa nei confronti del Mise per modificare l’accordo di programma stabilito fra Governo e Regioni di Marche ed Umbria per fra fronte agli esiti della crisi della Antonio Merloni, in modo da adattare quello strumento alla realtà economico-produttiva e alle finalità per le quali è stato adottato e con ciò rendendo effettivamente spendibili ed usufruibili dal territorio le consistenti risorse previste”.
La mozione presentata impegna, inoltre, la Giunta Regionale “a sostenere ogni iniziativa promossa dalle Organizzazioni Sindacali attraverso una partecipazione diretta a tutti i momenti di confronto che si terranno nei prossimi giorni, a partire da quelli in sede ministeriale riguardanti le vertenze in atto nelle zone di confine fra Umbria e Marche” e “a sollecitare il Governo ad un’azione forte e tempestiva sul piano delle politiche industriali di sostegno alla internazionalizzazione delle imprese e di contrasto a scelte difensive di delocalizzazioni produttive che sia in grado di garantire la presenza dell’industria dell’elettrodomestico di qualità nel territorio nazionale ed in particolare dove è nata, cresciuta e si è sviluppata, oltre ad aver contribuito a far uscire dall’isolamento viario sia l’Umbria che le Marche”.