Dopo le relazioni di maggioranza e
minoranza l’Assemblea regionale ha iniziato il dibattito sul Documento
annuale di programmazione.
Di seguito l’intervento di Luca Barberini:
“Il dibattito che si sta sviluppando
mostra la volontà di iniziare a parlare di argomenti concreti. Vorrei
tuttavia sottolineare che personalmente non sono una mela marcia nel cesto.
Ciò che mi ha portato in questa Aula, insieme al voto dei cittadini, è
stata la passione e l’entusiasmo di fare politica per migliorare l’Umbria.
Faccio pertanto un richiamo alla violenza verbale usata nei miei confronti
che, in genere, crea incomprensioni e difficoltà di rapporti poi
difficilmente sanabili. Sul Dap vorrei evidenziare come la crisi che ci ha
colpito, prima finanziaria, poi produttiva e quindi sociale ha prodotto
effetti devastanti ovunque. Vorrei comunque sottolineare che il 57 per cento
del debito pubblico italiano (totale 1900miliardi di euro) si è formato tra
il 1994 e il 2010. Un dato che non assolve nessuno di chi ha governato
nella ‘seconda’ Repubblica’ dove, comunque, il centrodestra è stato al
Governo per molti anni. Per superare questa fase di crisi finanziaria è
necessario recuperare il tempo perduto puntando sullo sviluppo, sul
contenimento della spesa pubblica e sul coinvolgimento ancora più marcato
del ‘privato’ per il quale va previsto un maggiore spazio attraverso una
sussidiarietà ancor più marcata. Le Istituzioni sono chiamate a mettere in
atto le riforme, utili a liberare risorse per la comunità regionale. Il Dap
in discussione individua percorsi intelligenti e concreti in ogni settore, a
partire dalla sanità e dai trasporti, i due settori che assorbono quasi la
totalità delle risorse. È chiaro che la messa a punto delle riforme dovrà
vedere il coinvolgimento non solo della politica, ma anche delle forze
sociali e dei territori. Come pure è importantissimo ed auspicabile un
supporto reale e costruttivo delle opposizioni. Fondamentale sarà l’accordo
tra le istituzioni, impegni condivisi con le Province, i Comuni, le Agenzie e
le Aziende sanitarie. Lo sviluppo dovrà essere omogeneo nei territori. La
scelta coraggiosa di questo Documento riguarda il blocco della fiscalità.
Non viene cioè utilizzata la leva fiscale, mostrando al contempo particolare
attenzione verso le fasce più deboli e all’equità. È necessario rivedere
la mission e regole di funzionamento di Agenzie e Società regionali. Per le
nomine pubbliche, oltre a prevedere la riduzione dei compensi, bisogna fare
grande attenzione alle qualità professionali dei soggetti chiamati alla
gestione delle strutture pubbliche”.