Dopo la richiesta del consigliere regionale del Pd Luca Barberini, di verificare il regolamento di attuazione dell’articolo 7 della Legge Regionale n. 13/2010, dedicato agli interventi per famiglie vulnerabili, arrivano i primi pareri. Nel corso dell’audizione, sul regolamento predisposto dalla Giunta, convocata dalla terza Commissione consiliare, il Forum delle Famiglie e Adiconsum hanno affermato che non è possibile equiparare i singoli al concetto di famiglia contemplato nella Costituzione e che vanno differenziati fondi e tipologie di interventi. Tali concetti erano stati espressi da Barberini, in una lettera inviata al presidente della terza Commissione, Massimo Buconi.
Fa discutere il concetto di famiglia
unipersonale, composta da un solo individuo, previsto nella proposta di
Regolamento attuativo della legge regionale 13 del 2010 che, all’articolo 7,
eroga sostegni alle famiglie vulnerabili, quelle che per sopraggiunte
difficoltà non riescono a far fronte a spese improvvise fino ad 800 euro.
Nel corso della audizione sul regolamento predisposto dalla Giunta, convocata
dalla terza Commissione consiliare, il concetto di famiglia unipersonale è
stato contestato da due associazioni delle quattro intervenute, il Forum
delle Famiglie che autonomamente aveva chiesto di essere ascoltato e
Adiconsum, invitata dalla Commissione assieme ad altri undici soggetti fra
associazioni e sigle sindacali. La Commissione, che si è limitata ad
ascoltare i pareri, si è riconvocata per martedì 12 aprile per esaminare,
assieme all’assessore alle politiche sociali, queste ultime osservazione ed
eventualmente procedere al voto del regolamento.
La audizione è stata aperta dal presidente del Forum delle famiglie umbre
che ha detto: “l’articolo 7 del regolamento rappresenta il fulcro di una
legge, dotata di cospicue risorse proprio per interventi strutturali a favore
delle famiglie umbre, da non confondere con interventi a pioggia di tipo
sociale. Sarebbe assurdo assimilare le persone sole che i Comuni considerano
famiglie ai soli fini anagrafici, al concetto di nucleo familiare inteso
dalla Costituzione italiana. Questo non significa che siamo contrari alla
assistenza di persone sole, ma non possono essere considerate famiglie. Nel
merito della ripartizione dei contributi abbiamo fatto la proposta,
ampiamente condivisa, di adottare il criterio del fattore famiglia, in luogo
del quoziente familiare che ha dimostrato i suoi limiti”.
Sulla stessa posizione si è espresso il rappresentante di Adiconsum,
insistendo sulla distinzione fra interventi di tipo sociale e sostegni
previsti per l’istituto familiare.
Del tutto favorevole alla proposta di regolamento all’esame della terza
Commissione, il rappresentante della Cgil che ha difeso il concetto di
famiglia unipersonale chiedendo di “estendere i benefici anche alle coppie
di fatto senza alcuna discriminazione. I tagli introdotti dal Governo con
l’ultimo decreto mille-proroghe, ha aggiunto, provocheranno in Umbria la
riduzione di 7,5 milioni di euro sul fondo destinato alla non
autosufficienza”.
Apprezzamento per il regolamento ed in particolare per la entità delle
risorse messe a disposizione dalla Regione lo ha espresso il rappresentante
della Cisl regionale. Lo ha definito un testo accettabile, rispetto al quale
si dovrebbero comunque apportare tre modifiche: “prevedere il ricorso alla
autocertificazione in situazioni di cambiamenti improvvisi delle situazioni
di reddito familiare che l’Isee attesterebbe con eccessivo ritardo; garantire
tempi certi per le erogazioni dei contributi; applicare il concetto di
famiglie unipersonali per non danneggiare vedove e persone anziane”.