“Far pagare l’Imu sui terreni agricoli montani significa dare un’ulteriore stangata alle famiglie e alle imprese umbre e mettere in seria difficoltà la maggior parte dei comuni della regione”.
Lo afferma il consigliere regionale del Partito democratico Luca Barberini, evidenziando che “per effetto del provvedimento che sta predisponendo il ministero dell’Economia, in attuazione del decreto legge 66/2014, verrà modificata la disciplina Imu sui terreni agricoli imponendo il pagamento di questo tributo anche ai proprietari di terreni che si trovano nelle zone oggi classificate come montane ed escluse da questa imposta”.
“In pratica – spiega Barberini – il ministero dell’Economia sta ridefinendo le regole per l’applicazione dell’Imu sui terreni, modificando radicalmente il quadro attuale che esentava dal pagamento tutti i municipi delle aree montane e di collina. In base al nuovo provvedimento, i comuni verranno distinti in tre fasce, misurando la loro altitudine prendendo a riferimento il centro storico e non più attraverso una media generale riferita a tutto il territorio comunale, senza dunque tenere conto dell’estensione territoriale e dell’eventuale presenza di zone montane. Secondo questa previsione, l’esenzione sarebbe destinata a rimanere in vigore solo nei comuni con altitudine superiore a 600 metri, con esoneri soltanto per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali che operano nei comuni fra i 281 e i 600 metri sul livello del mare, mentre tutti gli altri saranno costretti a pagare”.
“Tutto questo – evidenzia Barberini – significa far pagare l’Imu sui terreni agricoli, coltivati o incolti che siano, in quasi tutti i comuni umbri, anche per piccoli appezzamenti. Uno dei primi a essere colpiti sarà Foligno, che perderà lo status di municipio ‘interamente montano’, registrando nel centro storico un’altitudine inferiore a 281 metri, pur essendo tra i comuni italiani e umbri più estesi e con un territorio prevalentemente collinare o montano”.
Secondo Barberini “si tratta di un principio assolutamente sbagliato, che aumenta il carico fiscale sui cittadini colpendo soprattutto territori che non hanno grandi opportunità di sviluppo” e per questo lancia un appello al Governo “perché riveda questa norma e non penalizzi ulteriormente i cittadini che vivono nelle aree montane”.
Per Barberini “a rimetterci saranno anche i comuni, che con le nuove norme incasseranno di più attraverso le entrate tributarie, ma avranno una forte diminuzione dei trasferimenti erariali per la decurtazione del fondo di solidarietà”.
Infine, secondo Barberini “se il nuovo provvedimento dovesse essere applicato così com’è, gli effetti si sentirebbero sin da subito perché l’Imu va versata entro il prossimo 16 dicembre. A causa della tardiva approvazione del decreto, infatti, per i terreni non più esenti non è stato versato alcun acconto a giugno per cui, in sede di saldo, i contribuenti dovranno sborsare subito l’importo dovuto per l’intero anno. Un fatto assurdo, che viola anche i principi dello Statuto del contribuente, secondo il quale le norme tributarie non possono essere retroattive e qualsiasi adempimento a carico dei cittadini deve essere reso noto 60 giorni prima della sua applicazione”.