«Affidare il trasporto sanitario regionale attraverso convenzioni con le organizzazioni di volontariato e gare fra soggetti accreditati dalla Regione per garantire servizi efficaci e qualificati, in ambiti fondamentali e costituzionalmente tutelati come la salute e la sicurezza delle persone, e per non disperdere il vasto patrimonio di competenze espresso dalle importanti realtà associative che da anni operano in questo settore».
È l’obiettivo della proposta di legge presentata dai consiglieri regionali del Pd Luca Barberini e Andrea Smacchi per modificare la legge regionale n. 3 del 1998 e introdurre nuove norme per l’affidamento del servizio di trasporto sanitario.
«L’idea – spiegano Barberini e Smacchi – è innanzitutto quella di riconoscere e valorizzare il ruolo delle associazioni di volontariato e delle organizzazioni onlus da tempo impegnate nell’assistenza socio sanitaria in Umbria, che rappresentano un’importante risorsa per il territorio regionale sia per le competenze professionali maturate, sia per la capacità di promuovere l’aggregazione sociale e di diffondere, soprattutto fra i giovani, la cultura dell’accoglienza e della solidarietà verso le persone più vulnerabili. Con questa proposta di legge – sottolineano i due consiglieri – vogliamo, inoltre, dare una risposta concreta ai tanti operatori del trasporto sanitario che rischiano di perdere il lavoro se si decidesse di affidare tale servizio all’esterno, mediante bandi di gara che non tengano in adeguata considerazione requisiti come la professionalità e l’esperienza: non possiamo perdere questo importante patrimonio a servizio dell’interesse collettivo, che di fatto rappresenta il primo anello del sistema sanitario regionale. La nostra proposta intende, infine, promuovere e applicare il principio della sussidiarietà orizzontale, che è sempre più affermato sul piano normativo ma ancora poco tradotto in comportamenti concreti. Soprattutto in questo particolare momento di crisi, in cui le risorse economiche sono sempre più ridotte, è opportuno investire di più nel terzo settore, attivando nuove forme di collaborazione fra strutture pubbliche e privato sociale, per garantire l’effettiva realizzazione del bene comune».