I consiglieri regionali del Partito democratico Andrea Smacchi e Luca Barberini intervengono in risposta a quanto affermato dal capogruppo del Pdl, Raffaele Nevi, nei confronti del capogruppo del Pd Renato Locchi che è intervenuto sulla questione della riforma sanitaria.
“La nostra posizione – sottolineano i due esponenti del Pd – non è tanto a difesa del nostro capogruppo (che, se lo riterrà opportuno, potrà rispondere personalmente), ma piuttosto in replica a un maldestro tentativo di del consigliere Nevi di portare il confronto sul terreno del qualunquismo: un terreno che non ci appartiene e nel quale non intendiamo scadere. Ribadiamo, con forza, che nel Partito democratico c’è spazio per avere un sano confronto, alla luce del sole, nel rispetto di tutti e della diversità delle idee. Non accettiamo che esponenti di altri partiti facciano del sarcasmo sul partito di maggioranza relativa, a cui è deputata la maggiore responsabilità nell’indirizzare le scelte della Giunta e del Consiglio regionale.
Le nostre proposte sono state presentate al gruppo consiliare del Pd in una riunione ufficiale, nella quale ognuno ha potuto esprimere liberamente la propria opinione e proporre le migliori soluzioni per una riforma sanitaria veramente incisiva ed efficace nel ridurre costi ed eventuali sprechi.
Non vorremmo, invece, che l’assordante silenzio del Pdl su questo tema nascondesse altre e non ben definite intenzioni. Vogliamo pensare che non sia così, ma davvero se lo fosse la sede migliore per scoprirlo sarà il Consiglio regionale, dove la riforma sanitaria sarà attentamente esaminata a partire dai lavori nelle commissioni.
Come consiglieri di maggioranza ci siamo sentiti in dovere di avanzare proposte, che riteniamo irrinunciabili, per disegnare l’Umbria del futuro: una regione forte e progredita nelle riforme.
Invitiamo il capogruppo del Pdl a fare altrettanto, invece di limitarsi soltanto a commentare le idee altrui senza entrare mai nel merito delle questioni e senza mai dare un vero ed efficace contributo al dibattito e alle scelte del Consiglio regionale, se non in maniera strumentale”.