RIFORMA SVILUPPUMBRIA, BARBERINI: “NO A UN AMMINISTRATORE UNICO”

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Passare da una promozione turistica
delegata ad una agenzia vocata, l’Apt, ad una promozione integrata e
complessiva, superando l’impostazione tradizionale, evitando sovrapposizioni
e sprechi e puntando alla valorizzazione delle eccellenze e del territorio.
Anche nell’ambito di progetti che coinvolgano più Regioni italiane. Sono
questi gli obiettivi del disegno di legge predisposto dalla Giunta regionale
ed illustrato ai componenti della Prima commissione dall’assessore regionale al turismo, Fabrizio Bracco.

Spiegando il testo predisposto dall’Esecutivo di Palazzo Donini, Bracco ha
rimarcato che “in base alle nuove norme Giunta e Consiglio regionale
dovranno definire le strategie di promozione attraverso il Piano annuale del
turismo, spetterà poi a Sviluppumbria attuarlo. Le funzioni di
programmazioni e controllo passeranno da Apt all’assessorato al turismo, che
dovrà anche verificare l’efficacia ed i risultati concreti degli eventi
promozionali realizzati. Per dare seguito a questa riforma è necessario
riorganizzare Sviluppumbria: ci saranno sei mesi in cui il commissario
liquidatore si occuperà della soppressione dell’agenzia di promozione
turistica mentre un amministratore unico curerà la ristrutturazione di
Sviluppumbria, a cui spetteranno anche le attività di film commission. Il
personale Apt con contratto a tempo indeterminato transiterà nei ruoli
dell’assessorato per essere assegnato funzionalmente e per determinati
obiettivi ai progetti curati da Sviluppumbria. In seguito alla riforma,
maggiori risorse (il bilancio dell’Apt era di 1,4 milioni di euro) verranno
dirottate dal funzionamento all’attività di promozione vera e propria”.

A margine dell’illustrazione, il consigliere regionale del Partito democratico Luca Barberini ha
sottolineato “la necessità che Sviluppumbria sia dotata di una
struttura adatta a rendere efficace la sua attività di promozione integrata,
valutando non appropriata la scelta di affidare ad un amministratore unico
(invece che al Consiglio di amministrazione attualmente composto da 3
persone) la ristrutturazione della società, a seguito della quale si dovrà
comunque tornare ad eleggere un cda”.

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