“Consenso e istruzioni per l’uso non bastano a tutelare la salute delle donne”
“Una firma, un numero di telefono e un foglio con le istruzioni per l’uso non bastano a tutelare la salute pisco-fisica delle donne che intendono richiedere l’aborto farmacologico”. E’ quanto affermano i consiglieri regionali del Partito democratico Luca Barberini e Andrea Smacchi riguardo le Linee guida sul percorso assistenziale per le donne che richiedono l’interruzione volontaria della gravidanza farmacologica, preadottate, nei giorni scorsi, dall’Esecutivo di Palazzo Donini.
“Siamo sorpresi e rammaricati – affermano Barberini e Smacchi – per le scelte operate dalla Giunta regionale sull’utilizzo della Ru486, che scaricano sulle donne che richiedono l’aborto farmacologico tutti i rischi e tutte le responsabilità che derivano da questa procedura medica ancora da verificare. Non ci si può scaricare la coscienza con la semplice firma del consenso informato, nè fornendo le istruzioni per l’uso e il numero di telefono a cui rivolgersi in caso di emergenza: le istituzioni dovrebbero farsi adeguatamente carico delle conseguenze che simili procedure possono avere sulla salute dei cittadini, considerando, soprattutto, che non esiste una casistica sugli effetti collaterali prodotti dall’uso di tale farmaco. Proprio per questo – sottolineano i due consiglieri del Pd – avevamo chiesto, attraverso una mozione, un’ampia fase di partecipazione e di monitoraggio, esclusivamente a garanzia del benessere delle donne che decidono di intraprendere il difficile e sofferto percorso previsto dalla Ru486. Prendiamo atto che la Giunta regionale ha individuato la necessità di una sperimentazione ma, a quanto ci risulta, non nella direzione da noi auspicata. Ci appelliamo, dunque, alla trascorsa sensibilità (che auspichiamo non sopita) del neo assessore alla sanità, Franco Tomassoni, che tra l’altro in precedenza non aveva manifestato il proprio consenso alle procedure di somministrazione della Ru486, così come individuate dalle Linee guida adottate dall’Esecutivo, perchè quest’ultime vengano riviste per garantire la piena tutela della salute psico-fisica delle donne umbre che si sottopongono alla procedura di Ivg farmacologica”.