SANITÀ, IN UMBRIA CONTI IN ORDINE MA SERVONO PROGRAMMAZIONE, RIQUALIFICAZIONE E PIÙ ATTENZIONE AI CITTADINI – L’assessore Barberini ha illustrato il programma per la legislatura

Luca-Barberini
“I conti del sistema sanitario umbro sono buoni, ma ci aspetta un grande lavoro di programmazione e riqualificazione per rispondere ai bisogni dei cittadini. Un percorso che deve tenere conto del taglio delle risorse a livello nazionale”. Così l’assessore alla Sanità, Luca Barberini, intervenuto in Terza Commissione, presieduta da Attilio Solinas, per fare il punto sul programma che intende portare avanti nella legislatura.Nel corso dell’audizione Barberini ha toccato molti temi. Tra gli altri: il nuovo piano sanitario, che deve servire per i prossimi 20 anni; il bilancio chiuso in positivo (+11 milioni); la chiusura dei punti nascita; il rapporto tra Azienda ospedaliera e Università, che va rinnovato; i 40 milioni di tagli del fondo sanitario nazionale per il 2015; la mobilità attiva che è migliore di quella passiva (102 milioni contro 94); le liste d’attesa; i fondi ai privati.

“La Giunta – ha detto Barberini – vuole ridare un ruolo più propositivo alla Regione in termini di programmazione, pianificazione, controllo e interlocuzione con l’Europa. Per questo serve una ridefinizione puntuale dei piani: il PIANO SOCIALE è oramai definito. Ora iniziano percorsi di massima partecipazione e trasparenza con gli enti locali e tutto il terzo settore. Contiamo di approvarlo nei primi mesi del 2016. Anche il nuovo PIANO SANITARIO seguirà lo stesso percorso e arriverà subito dopo, con la presentazione nei primi mesi del prossimo anno. Questo partirà dalla constatazione che il sistema sanitario regionale è solido. Tutti gli indicatori indicano che ha funzionato, tanto è vero che per due volte consecutive siamo stati indicati come Regione benchmark. Però oggi sono cambiati i bisogni e le risorse. Non serve una semplice manutenzione, ma un piano di efficientamento che sappia cogliere le sfide che abbiamo davanti. Dobbiamo costruire insieme un piano con una struttura che regga per i prossimi venti anni.
Il BILANCIO complessivo del sistema sanitario regionale chiude in positivo di 11 milioni di euro. Risultato che serve per la chiusura delle passività pregresse (dal 2001 al 2010). Avere i conti in ordine in sanità significa non avere problemi per circa l’80 per cento del bilancio regionale. Un risultato molto positivo. Però siamo convinti che possiamo fare di più con iniziative che tengano conto non solo della spending review ma anche dei nuovi STANDARD OSPEDALIERI nazionali, che ci dicono ogni quanti abitanti dobbiamo garantire quel tipo di servizio. Seguendo queste indicazioni, ad esempio, abbiamo lavorato sulla chiusura dei PUNTI NASCITA, visto che gli
standard ci dicono che la qualità ha bisogno di strutture con casistica adeguata: in ostetricia un punto ogni 150mila abitanti, ottimale ogni 300mila. In Umbria, quindi, ne dovremmo avere da 3 a 6. Noi siamo partiti da 11. Non li abbiamo chiusi per abbassare il livello delle prestazioni ma per garantire la qualità del servizio. Dobbiamo RAZIONALIZZARE, evitando che in più strutture si ripeta lo stesso servizio: non si può fare tutto in tutti
gli ospedali. Così si può puntare sulle eccellenze, mettendo in rete tutte le strutture regionali. Ai nostri cittadini non interessa essere curati male sotto casa, ma ricevere un buon servizio regionale in maniera tempestiva.
 Puntiamo ad un rinnovato RAPPORTO TRA AZIENDA OSPEDALIERA E UNIVERSITÀ. Sotto questo aspetto siamo fermi, ma consapevoli della necessità di ripartire spediti. C’è molto da fare. Parlando di CIFRE il taglio del fondo sanitario nazionale per il 2015 non preoccupa, ma per i tagli futuri siamo preoccupati. Il patto salute per il 2015 prevedeva 112 miliardi, poi scesi a meno di 110, tornando alle cifre 2014. Un taglio di 2 miliardi che per l’Umbria vale circa 38-40 milioni. Fortunatamente le nostra programmazione 2015 era stata fatta tenendo conto delle cifre certe del 2014. Quindi nel 2015 siamo in grado di garantire servizi di qualità. Vogliamo potenziare e non tagliare, ma dobbiamo farlo in maniera diversa rispetto al passato. Per questo importante è potenziare la RETE TERRITORIALE che è la prima risposta ai bisogni di salute del cittadino.
Per la MOBILITÀ continuiamo ad essere creditori rispetto alle altre regioni, perché la mobilità attiva è superiore a quella passiva (nel 2014, 102 milioni contro 94). Però ci sono criticità. Ad esempio nella mobilità passiva una grossa voce è costituita dall’ortopedia e dalla riabilitazione, che sono circa un terzo della cifra che spendiamo. Per questo molti interventi che andremo a fare riguarderanno questi aspetti: a Castiglion del Lago la chirurgia ortopedica, ad Assisi la chirurgia pediatrica, a Cascia, Castion del Lago e Narni la riabilitazione.
La struttura delle due ASL e delle due AZIENDE OSPEDALIERE non si tocca, ma puntiamo su una forte collaborazione tra loro. Vogliamo dare un ruolo diverso all’assessorato, di maggiore programmazione e controllo, con linee di indirizzo che abbiano una visione regionale. Il piano di contrasto delle LISTE D’ATTESA sta dando buoni risultati, non ottimi. Il 30 settembre faremo un punto con i direttori generali per capire come migliorare ulteriormente. Il servizio di recall è molto apprezzato (circa 3mila 800 disdette al mese), come pure il potenziamento dei servizi di diagnostica estesi al pomeriggio e alla sera. I PRIVATI in Umbria hanno il 2 per cento del trasferimento del fondo sanitario regionale (34 milioni di euro le case di cura, 7 milioni la diagnostica), un dato molto inferiore a quello di tante altre Regioni”.