«La decisione di affidare a un amministratore unico a tempo la ristrutturazione di Sviluppumbria è inappropriata e contraddittoria: la grave crisi economica in atto non può attendere le liturgie della politica, servono soluzioni immediate che permettano alla società di dare risposte rapide, concrete ed efficaci al sistema economico e produttivo umbro in difficoltà».
Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Pd Luca Barberini, commentando l’approvazione ieri, nella Prima commissione consiliare, del disegno di legge della Giunta che sopprime l’Apt e conferisce a Sviluppumbria funzioni di promozione turistica e
territoriale dell’Umbria, rivedendone struttura e competenze.
«Ritengo positivo – sottolinea Barberini – il fatto che tutta la gestione del settore economico e produttivo regionale venga ricondotta a unico soggetto, perché diamo una risposta importante alle esigenze di semplificazione e di razionalizzazione. Sono, inoltre, molto soddisfatto dell’approvazione della proposta da me presentata di ridurre da 5 a 3 il numero dei membri del consiglio di amministrazione di Sviluppumbria e del conseguente riconoscimento dell’idea che aziende di questo tipo hanno la necessità di essere governate da un organo collegiale in grado di garantire, da un lato, la necessaria partecipazione e condivisione delle scelte e, dall’altro, soluzioni efficaci e tempestive. In questo quadro mi sembra, però, al quanto paradossale la decisione di affidare a un amministratore unico e a tempo la ristrutturazione della stessa società e sono fortemente rammaricato per la bocciatura del mio emendamento in merito, che proponeva di assegnare tale incarico al nuovo Cda. Mi chiedo – prosegue Barberini – se abbia un senso prima scegliere di razionalizzare e poi introdurre una nuova figura che si occupi in maniera provvisoria (e quindi senza possibilità di adottare soluzioni a lungo termine) della governace di un’impresa come Sviluppumbria che ha, invece, la necessità di essere immediatamente e fortemente operativa. Per quanto mi riguarda, penso che sia di una scelta sbagliata sia dal punto di vista etico e politico, perché l’idea di un uomo solo al comando non mi appassiona, sia sul fronte organizzativo perché questa soluzione parziale, e per di più a scadenza, non può che penalizzare l’attività di Sviluppumbria. Politica e istituzioni – conclude Barberini – non possono ancora una volta non decidere: il nostro tempo e le nostre difficoltà impongono soluzioni e scelte certe e coraggiose. Mi auguro, pertanto, un diverso pronunciamento in Consiglio regionale».